Cane,
di rabbiosa lascivia accecato,
Innocenza hai lordato
con putridi effluvi.
Immonda carne
forgiata negli inferi,
feroce, del grembo
il tenero frutto
hai sventrato.
Né cielo né inferno
di te accolgano mai
il putrido spettro,
in eterno sia maledetto
e da se stesso divorato.
Dormi adesso,
bianco bocciolo,
di sonno cullato,
che più sarai stuprato
né ucciso da folle dolore.
Fatti soffio di rosa
e posa
il sorriso tuo alla madre,
che morta geme
e sale
e sale
dagli occhi versa ancora
sulla piccola vesticciola.
Dedicato alle piccole anime